Miriam Dragoni presenta:
"La chiave a stella" di Primo Levi


Primo Levi
Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987) è stato uno scrittore e partigiano italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi.
Partigiano antifascista, il 13 dicembre 1943 venne arrestato dai nazifascisti in Valle d'Aosta venendo prima mandato in un campo di raccolta di tutti gli ebrei a Fossoli e nel febbraio dell'anno successivo, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebreo. Scampato al lager, tornò avventurosamente in Italia, dove si dedicò con forte impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite.
Laureato in chimica, in alcune delle sue opere appaiono riferimenti diretti ed indiretti a questo ambito della scienza.

"La chiave a stella"
"La chiave a stella" è un romanzo pubblicato nel 1978, che rinnova il filone della letteratura industriale in voga negli anni Sessanta. Con quest'opera Primo Levi si aggiudica il Premio Strega del 1979.
In essa si narrano le imprese di un operaio specializzato, Libertino Faussone, detto Tino, che le racconta a un amico scrittore. L'operaio lavora in proprio e viene chiamato in tutte le parti del mondo, dove fa esperienze e vive avventure che a volte mettono a repentaglio la sua vita per la durezza del lavoro, sempre con i suoi attrezzi da montatore e la fiducia nelle proprie capacità. Faussone è una sorta di personaggio epico che lotta contro le forze della natura con il solo bagaglio delle sue esperienze e delle sue abilità.

Simona Chiesa presenta:
"Gli indifferenti" di Alberto Moravia


Alberto Moravia (1907-1990)
Alberto Pincherle, in arte Moravia, nacque a Roma nel Novembre del 1907. All’età di nove anni si ammalò di una seria tubercolosi ossea che gli’impedì di proseguire gli studi, ma lo indusse a leggere e a scoprire la sua vocazione di scrittore precoce. In polemica con il fascismo il giovane Moravia lasciò l’Italia negli anni del regime e si trasferì prima a Londra, poi a Parigi e quindi a New York, dove tenne conferenze letterarie alla Columbia University. Nel 1952 vinse il premio Strega: i suoi libri, da alcuni criticati, furono tradotti in molte lingue e alcuni divennero sceneggiature per film di successo. Nel corso della sua vita Moravia collaborò con diversi quotidiani e riviste, tra cui La Stampa e L’Espresso, si interessò al teatro e fu, in età avanzata, deputato al Parlamento europeo. Morì a Roma nel Settembre del 1990.

Alyaa Owis presenta:
"Il partigiano Johnny" di Beppe Fenoglio


Beppe Fenoglio
Beppe Fenoglio fu uno scrittore e partigiano piemontese. Studiò presso l'Università di Torino ma non riuscì a conseguire la laurea a causa della guerra che lo vide partigiano della Resistenza.
Provò da sempre un amore per l'inglese, lingua che nel romanzo usa con altrettanta disinvoltura dell'italiano. 
L'esperienza della resistenza e la vita nelle Langhe sono gli aspetti fondamentali della sua vita che ritroviamo in tutte le sue opere.
Morì precocemente all'età di 41 anni a causa di un cancro ai bronchi.

"Il partigiano Johnny"
Il Partigiano Johnny, suo romanzo più celebre, ad oggi è considerato un capolavoro. Narra la resistenza dei partigiani sulle colline di Alba, presentandone gli aspetti più singolari e anticonformisti. Il romanzo risulta incompiuto e non fu mai pubblicato dallo stesso Fenoglio, ne esistono infatti più versioni. 
Nel 2000, il regista Guido Chiesa, realizzò un film tratto dal romanzo con protagonista l'attore Stefano Dionisi.

Clara Raafat presenta:
"Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia


Leonardo Sciascia (1921-1989) 
Nacque in Sicilia, nel seno di una famiglia di piccola borghesia. È uno scrittore tra i migliori del Novecento, ha fatto della Sicilia e dei suoi problemi una metafora letteraria in grado di descrivere qualsiasi parte del mondo. 
 
"Il giorno della civetta"
Il tema della mafia, tanto spesso affrontato e soprattutto denunciato da Leonardo Sciascia, è particolarmente evidente nell'opera "Il giorno della civetta" in cui l'autore prende le mosse da un fatto di cronaca realmente accaduto, dando vita a un capolavoro che si presenta come un giallo "rovesciato" in quanto i colpevoli non vengono affidati alla giustizia. Lo stile dell'autore è asciutto e preciso grazie alla sua conoscenza della letteratura illuministica.

Angela Presta presenta:
"Una vita violenta" di Pier Paolo Pasolini


Pier Paolo Pasolini
Pasolini fu uno scrittore, poeta, drammaturgo e giornalista italiano del XX secolo. Terminò "Una vita violenta" nel 1958, dopo una lunga revisione a causa di un evento considerato dall'editore rischioso dal punto di vista politico.

"Una vita violenta"
Il romanzo tratta la vita di Tommaso Puzzilli, un giovane cresciuto a Pietralta, nei pressi di Roma. La vita di Tommaso è costellata da avvenimenti negativi, che sfociano nella violenza, furti e prostituzione. Pur presentandosi un'occasione di riscatto nel momento in cui viene rilasciato dalla prigione, la sorte sarà nuovamente avversa per il protagonista. Tema emblematico del libro è la politica, argomento su cui si innesta una riflessione gradualmente più approfondita nel corso degli eventi.

Marianna Roveda presenta:
"Un uomo" di Oriana Fallaci


Oriana Fallaci
Oriana Fallaci nasce nel 1929 , in piena epoca fascista e si unisce al movimento clandestino della Resistenza . Terminata la guerra si dedica alla scrittura giornalistica con la quale si guadagna la fama internazionale .

"Un uomo"
Il romanzo narra le vicende personali e giudiziarie di Alekos Panagulis , poeta ed eroe greco della Resistenza nella Grecia dei Colonnelli , in seguito al fallito attentato al dittatore .

Rita Ferraro presenta:
"Paesi tuoi" di Cesare Pavese


Cesare Pavese
Cesare Pavese nasce il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Balbo, paesino delle Langhe in provincia di Cuneo. Ben presto si trasferirà a Torino anche se rimpiangerà sempre i luoghi e i paesaggi tipici del suo paese visti come simbolo di serenità. Nella città compie i suoi studi diventando amico di L.Ginzburg e di altri intellettuali antifascisti. Fin dagli anni Venti legge numerosi autori americani e inglesi di questi ultimi poi tradurrà molte opere. Fra il 1935 e il 1936 con i militanti di Giustizia e Libertà viene arrestato e inviato a Brancaleone Calabro. Tornato poi a Torino nel 1942 diventerà un dipendente della casa editrice Einaudi. Durante l'occupazione tedesca si rifugia in un paese del Monferrato, presso la sorella, guardando con amarezza gli eventi della Resistenza. Dopo la Liberazione si iscrive al partito Comunista e comincia a collaborare all'Unità. Seguono poi anni di intenso lavoro in cui scrive e pubblica molte delle sue opere. Il 27 agosto 1950 viene trovato morto per una dose eccessiva di sonnifero.

"Paesi tuoi"
Nel 1939 Cesare Pavese scrive la storia Berto un uomo accusato di aver investito un ciclista, uscito poi di prigione. Nei suoi anni passati in carcere egli conosce Talino incriminato per aver dato fuoco ad una casa. Quest'ultimo insiste affinchè il compagno vada con lui in paese. Berto accetta e gli viene dato l'incarico di occuparsi della trebbiatrice. Arrivato alla cascina egli conosce il vecchio padre di Talino, Vinverra, la madre e le quattro sorelle. Verrà poi attratto da Gisella la più giovane di queste violentata in passato dal fratello. "PaesiTuoi" suscita un forte scandalo a causa dei temi trattati, infatti per la prima volta Pavese osa parlare di incesto, argomento tabù per l'epoca. Lo stile con cui viene narrata la violenza e successivamente l'efferato omicidio di Gisella è estremamente brutale. Pavese vuole far conoscere una realtà animalesca diffusa nei contesti sopratutto rurali.

Camilla Lombardi presenta:
"La Ciociara" di Alberto Moravia


Alberto Moravia
Alberto Moravia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, reporter di viaggio e critico cinematografico italiano. Considerato uno dei più importanti romanzieri del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo moderno. 

"La Ciociara"
Lo scrittore esordì pubblicando il romanzo “La Ciociara” nel 1957. L’opera nasce dall’esperienza che Moravia ha maturato durante il periodo trascorso presso una famiglia di pastori nel territorio di Fondi (la Ciociaria). La storia narra la vicenda di Cesira e sua figlia Rosetta che lottano per sopravvivere a Roma, durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma, quando l’esercito tedesco si prepara a entrare a Roma, le due donne decidono di fuggire per tornare nella natale Ciociaria. Per nove mesi sopportano la fame, il freddo e la sporcizia mentre attendono l'arrivo delle forze alleate. Ma la liberazione porta un'inaspettata tragedia. Sulla strada di casa, le due donne vengono attaccate e Rosetta viene brutalmente violentata da un gruppo di soldati. Questo atto di violenza sconvolgerà la vita di entrambe modificando, anche se non inesorabilmente, la loro personalità e il loro equilibrio.
Il romanzo è caratterizzato dall’uso di un vocabolario comune inserito in una sintassi elegante ed elaborata. Si tratta di un’opera in grado di far riflettere su un tema complesso come la vita delle persone comuni durante la guerra, facendo emozionare il lettore che non può non empatizzare con le due protagoniste.

Giulia Ferrari presenta:
"I sommersi e i salvati" di Primo Levi


Primo Levi
Primo Levi è stato uno scrittore italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. 
Il 13 dicembre 1943 il giovane chimico venne arrestato dai nazifascisti venendo prima mandato in un campo di raccolta di tutti gli ebrei e, nell'anno successivo, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Grazie alla sua specializzazione, è riuscito a sopravvivere. In seguito è tornato in Italia, dove si è dedicato con forte impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite.

"I sommersi e i salvati"
L’opera è suddivisa in otto capitoli, in ciascuno dei quali si affrontano temi come il senso di vergogna dei deportati sopravvissuti, le difficoltà e le condizioni di vita all’interno del campo di concentramento. 
L'argomento principale del libro è la memoria: Levi parte dal presupposto che essa sia fallace, condizionata da ciò che si sente e da ciò che si legge. Se per gli oppressori la memoria può essere facilmente cancellata, è per gli oppressi che il ricordo delle torture subite non riesce a scomparire. Si parla inoltre della diversità di trattamento all'interno dei lager, dell'angoscia della liberazione e delle difficoltà linguistiche, in particolare di quelle degli italiani che, giunti nei lager, non riuscivano a comprendere il tedesco. 
Levi tratta della violenza praticata senza un apparente scopo, ma usata solamente per provocare il piacere in chi la esegue: il viaggio nei carri merci, la nudità imposta ai prigionieri, il tatuaggio sul braccio, i lavori inutili e gli esperimenti effettuati sulle persone.

Arianna Gigliotti presenta:
"Uomini e no" di Elio Vittorini


Elio Vittorini
Elio Vittorini nacque a Siracusa nel 1908 da famiglia di modeste condizioni che lo costrinsero a cercare lavoro e, quindi, a lasciare presto le scuole tecniche. Prima fece l'operaio edile in Friuli, poi, nel 1930, dopo avere sposato la sorella di Quasimodo, Rosa Maria, si trasferì a Firenze. Qui lavorò come correttore di bozze per La Nazione. All'inizio assunse posizioni vicine al fascismo rivoluzionario ma dall'ambiente della rivista Solaria trasse lo stimolo a diventare antifascista, europeista, universalista, antitradizionalista. Nel 1936 iniziò il romanzo Erica e i suoi fratelli, che abbandonò incompiuto allo scoppio della guerra di Spagna poiché lo scrittore volle raggiungere i repubblicani spagnoli per lottare con loro contro il fascismo. Perciò venne definitivamente espulso dal partito fascista. Nel luglio del 1943 fu rinchiuso nel carcere Milanese di San Vittore; liberato l'8 settembre, prese parte attiva della Resistenza. Tra la primavera e l'autunno del 1944 scrisse in semi-clandestinità il romanzo Uomini e no, ispirato alla lotta partigiana. Finita la guerra, Vittorini si stabilì a Milano. Fu il più noto tra gli intellettuali italiani, impegnati nella vita politica e civile. Nel settembre del 1945 uscì, pubblicato da Einaudi, il primo numero della rivista Il Politecnico da lui diretto. Visse gli ultimi anni con Ginetta, sua compagna dal 1943: fu lei ad assisterlo durante la malattia che lo portò alla morte, a Milano, nel 1966. 

"Uomini e no"
Vittorini quando scrisse questo libro era in fuga dai soldati fascisti. Siamo tra la primavera e l'autunno del '44, il periodo della la Resistenza. Egli racconta di sè e della sua esperienza straziante. Parla di un uomo, della sua ribellione e di quella dimensione umana interiore che tiene insieme i pezzi che altrimenti cadrebbero dispersi nel caos drammatico vissuto in quel periodo.

Irene Mancin presenta:
"Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini


Elio Vittorini
Nato a Siracusa nel 1908, inizia la sua carriera come correttore di bozze a Firenze presso la "Nazione". Nel frattempo inizia a studiare l'inglese per poi diventare traduttore di opere come quelle di Poe, Lawrence e Faulkner. Nel 1934 inizia la pubblicazione a puntate de "Il garofano rosso" che viene però interrotta in seguito alla censura. Nel 1938-39 viene pubblicato "Conversazione in Sicilia". La sua lunga carriera nel giornalismo e nella letteratura lo rende uno dei più importanti intellettuali italiani. Muore a Milano nel 1966 per intossicazione da piombo.

"Conversazione in Sicilia"
Il romanzo allegorico di Elio Vittorini racconta il viaggio di Silvestro attraverso la Sicilia, i suoi personaggi e le sue contraddizioni. Durante questo percorso riscoprirà quella che da ragazzino era la sua vita e troverà una cura per la sua angoscia esistenziale.
Fine della conversazione in chat

Elisa Stella presenta:
"La malora" di Giuseppe Fenoglio


Giuseppe Fenoglio 
Nasce ad Alba nel 1922 e muore a Torino nel 1963.
La guerra partigiana fu l'esperienza fondamentale della sua vita, nucleo tematico della maggior parte della sua produzione letteraria. Alla sua carriera di impiegato si affianca la passione per la letteratura, che fu la vera ragione della sua esistenza.
Lo stile di Fenoglio si basa su una narrazione diretta, aderente alla realtà e priva di ogni retorica. In esso coesistono termini colti e ricercati con strutture complesse, che si alternano alla "parlata ambientale", ovvero il dialetto.
Il suo duro lavoro di scrittore si può comprendere bene dalle sue parole: "Scrivo per un'infinità di motivi. Per vocazione, anche per continuare un rapporto che un avvenimento e le convenzioni della vita hanno reso altrimenti impossibile, anche per giustificare i miei sedici anni di studi non coronati da laurea, anche per spirito agonistico, anche per restituirmi sensazioni passate; per un'infinità di ragioni, insomma. Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera. La più facile delle mie pagine 'esce' spensierata da una decina di penosi rifacimenti".

Federica Lucini presenta:
"Una questione privata" di Giuseppe Fenoglio


Camilla De Luca presenta:
"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di Carlo Emilio Gadda




Carlo Emilio Gadda (Milano 1893, Roma 1973)
La sua infanzia è caratterizzata da una serie di eventi traumatici che faranno nascere in lui l'idea di un “male oscuro” di cui parlerà in “La cognizione del dolore”e in "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" considerati come i suoi capolavori. Partecipa alla prima guerra mondiale dal 1915 al 1917, esperienza da cui nascerà un diario pubblicato a posteriori.
Laureato in ingegneria, si impegna nello studio della filosofia senza conseguire la laurea; nonostante ciò, questi anni di studio saranno fondamentli per gli sviluppi del suo pensiero e la sua produzione letteraria, la quale verrà pubblicata dalla casa editrice Garzanti in 6 volumi.
Gadda è considerato un grande scrittore sperimentale e classico, per il suo immenso patrimonio culturale umanistico, scientifico, civile, grazie ai quali rinnova profondamente la narrativa italiana del XX secolo.

"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana"
Il romanzo è ambientato nella Roma fascista del 1927.
Il commissario Don Francesco Ingravallo( Don Ciccio) è incaricato di svolgere un'inchiesta su un furto di gioielli. La vittima é la sig.ra Menegazzi, veneta di origine, vicina di casa dei coniugi Balducci, una coppia di amici di Ingravallo, tutti abitanti del palazzo n.219 di via Merulana. Dopo poco tempo, la signora Balducci viene trovata senza vita. Ingravallo allora, affianca le indagini del furto a quelle dell'omicidio, i quali come si scoprirà più avanti,avranno molto in comune. Attraverso gli interrogatori e i sospettati, Ingravallo si muove tra i diversi strati della società fascista e del suo pensiero.
Conduce il lettore attraverso una visione del mondo filosofica e pessimista, in cui l'omicidio di Liliana è il diretto risultato del “male endemico” che governa il mondo e l'Italia, il quale rende qualsiasi fatto un groviglio o meglio un pasticciaccio..

Cinzia Stella presenta:
"La casa in collina" di Cesare Pavese


Cesare Pavese
Cesare Pavese nasce in provincia di Cuneo, nel 1908.
Tra il 1915 e il 1926 studia a Torino e nel frattempo partecipa al gruppo anti-fascista che diede poi origine alla casa editrice Einaudi.
Per motivi politici dovette subire il carcere e il confino fino al 1936 quando ottenne il condono e poté tornare a Torino; qui apprese che la donna da lui amata, Tina, si stava per sposare con un altro uomo, e Pavese entrò in un periodo di crisi.
Nello stesso anno ci fu il suo esordio letterario con le poesie di "Lavorare stanca", un genere nuovo, un tipo di lirica narrativa con cui Pavese supera le prime esperienze, abbandona la metrica tradizionale, tipica nella poesia contemporanea, e adotta un tipo di poesia-racconto, accogliendo l'esempio dei poeti americani.
Partecipò alla Resistenza, il suo spirito inquieto lo portò alla continua ricerca di una verità e di un equilibrio interiore che non riuscì a raggiungere e, sconfortato, si tolse la vita a Torino nel 1950, quando aveva già raggiunto la notorietà. 

"La casa in collina"
In questo romanzo, Cesare Pavese affronta le seguenti tematiche: dapprima quella della guerra che getta tutti, oltre che nello sconforto, anche nella totale apatia; il primo che non si oppone a questo destino avverso è lo stesso Corrado, che abbandona perfino Dino (suo ipotetico figlio) al suo destino; il secondo tema è quello del coraggio degli amici di Corrado che invece cercano di reagire a questa realtà cruenta. Il terzo tema è quello della solitudine, della paura e dell'incontrollabile voglia di fuga. Il periodo storico nel quale è ambientato il romanzo è quello della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente l’estate del 1943.

Giulia Bonacera presenta:
"L'avventura di un povero cristiano" di Ignazio Silone


Ignazio Silone
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli (Pescina, 1º maggio 1900 – Ginevra, 22 agosto 1978), è stato uno scrittore, drammaturgo e politico italiano. Può annoverarsi tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo. Per molti anni esule antifascista all'estero, ha partecipato attivamente ed in varie fasi alla vita politica italiana. Come scrittore è stato spesso osteggiato dalla critica, mentre all'estero è stato sempre particolarmente apprezzato. 

“L’avventura di un povero cristiano” 
È l'ultima opera letteraria di Ignazio Silone, pubblicata per la prima volta nel 1968. Il testo è scritto in forma teatrale e tratta il tema fondamentale del rapporto fra l'individuo e la Chiesa, incarnato dalla figura di Papa Celestino V. Il periodo di pubblicazione del libro coincide con la fine del periodo delle guerre mondiali e con la conseguente rinascita occidentale; occorre ricordare il profondo coinvolgimento dell'autore nei moti politici dell'epoca, in particolare nella corrente del comunismo. Il testo vuole quindi fornire una reinterpretazione attualizzata della vicenda di Papa Celestino V, il Papa del Gran rifiuto che rinunciò alla carica per tornare a condurre una vita normale. Con questo romanzo Silone vinse il Premio Campiello nel 1968.

Sofia Tindolini presenta:
"Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini


Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini, bolognese di nascita e artista di solida formazione classica. In seguito ad una denuncia per omosessualità si trasferisce a Roma dove scrive Ragazzi di Vita. Da quel momento la sua produzione diventa più florida e fa di Pasolini uno dei protagonisti della vita pubblica italiana, intellettuale impegnato e critico verso le storture della società. Muore assassinato in uno squallido scenario che ricordava tante sue sequenze cinematografiche.

"Ragazzi di vita"
Il romanzo è composto di otto capitoli attraverso i quali non emerge una vicenda né la storia di un solo personaggio, ma la rappresentazione della vita del sottoproletariato delle borgate romane. Essi raccontano la vita di un gruppo di pischelli di Pietralata, quartiere dell’infernale periferia romana degli anni ’50.

Alessia Pagani presenta:
"Todo modo" di Leonardo Sciascia




Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989)
Sciascia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, politico, poeta e drammaturgo italiano.
Impietoso critico del nostro tempo, Sciascia è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo. Inoltre si possono ricondurre allo scrittore e alle sue opere, l'umorismo e la difficoltà di pervenire a una conclusione che i suoi protagonisti incontrano: la realtà non sempre è osservabile in maniera obiettiva, e spesso è un insieme inestricabile di verità e menzogna.

"Todo Modo"
Il romanzo, ambientato negli anni settanta, ha come protagonista un famoso pittore. Alla vista di un cartello che indica un eremo, protagonista pensa di recarvisi. Scopre poi che l'eremo è stato trasformato in un hotel fondato dall'ambiguo Don Gaetano e che in certi periodi dell'anno ospita persone di alta estrazione sociale per ritiri spirituali. A seguito del colloquio con Don Gaetano,al pittore viene concesso di rimanere ad assistere al ritiro spirituale. Ma, proprio durante la recita del rosario, si assiste all'omicidio di uno dei notabili, l'ex senatore Michelozzi. Il procuratore Scalambri, ex compagno di scuola del pittore e primo della classe, cerca di risolvere il delitto, ma ogni sua mossa gli viene suggerita dal pittore stesso. Una sera quest’ultimo trova la soluzione all'omicidio. Essa, però, non viene rivelata e il giorno seguente Don Gaetano viene ritrovato morto nel bosco, con una pistola accanto al corpo. Il pittore fa un'ammissione di colpa per l'omicidio di Don Gaetano al procuratore Scalambri, che non crede alle parole del pittore per mancanza di un valido movente. La pagina conclusiva del romanzo è tratta da I sotterranei del Vaticano di André Gide, proprio a testimonianza del movente del pittore per il delitto del prete. Con questo romanzo Sciascia ci fa capire che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede.

Elena Perucchini presenta:
"Niente e così sia" di Oriana Fallaci

 
Oriana Fallaci
Oriana Fallaci è la prima giornalista italiana che ottiene il ruolo di inviata al fronte. Una forte personalità ed un acuto ingegno la caratterizzano e la rendono capace di mettere a nudo i più potenti personaggi della storia contemporanea . 
 
"Niente e così sia"
"Niente e così sia" é il racconto reale, provo di censure a tratti brutale della guerra del Vietnam, vissuto e narrato in prima persona dalla stessa Fallaci.

Irene Ravasio e Alessia Maiolino presentano:
"Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino


Italo Calvino
Italo Calvino, nato a Santiago de Las Vegas de la Havana, Cuba, il 15 ottobre 1923-Siena, (mancato il 19 settembre 1985, Siena). Ha origini italiane, difatti entrambi i genitori sono italiani. Dopo alcuni anni trascorsi a Cuba, nel 1925 si trasferirono in Italia, più specificamente a Sanremo (LI).Tra 1929-1933 fa parte dei Balilla e nel 1941 si sposta a Torino dove si iscrive alla Facoltà di Agraria. Nel 1943, per evitare di essere arruolato nell'esercito repubblichino di Salò, dopo l' otto settembre, entra a far parte della brigata comunista, "guidata" da Garibaldi. Nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si iscrive a Lettere.

"Il Sentiero dei nidi di ragno"
"Il Sentiero dei nidi di ragno" è il primo romanzo che lo scrittore pubblica, esso viene divulgato nel 1947. Nonostante egli abbia vissuto in prima persona l'esperienza della lotta partigiana, non c'è un quadro celebrativo di quegli anni: "Il Sentiero dei nidi di ragno" mostra la lotta partigiana, da un punto di vista insolito, quello di un bambino, cresciuto abbastanza in fretta per aggregarsi a una formazione partigiana, ma allo stesso tempo ancora troppo giovane per vivere l'esperienza della guerra con la consapevolezza di un adulto. In questo modo Italo Calvino si pone al riparo da una deriva retorica e riesce a guardare alla storia con sguardo non ideologico.

Margherita Lorusso e Mariasole Magani presentano:
"Cronache di poveri amanti" e "Metello" di Vasco Pratolini


Vasco Pratolini
Vasco Pratolini nasce nel 1913 a Firenze e muore nel 1991 a Roma. La sua vita è sempre stata caratterizzata dalla passione per la letteratura e dalla politica, infatti fece parte della Resistenza. Le sue opere più importanti sono "Cronache di poveri amanti", "Metello" (entrambi oggetto del nostro studio) e "Cronaca familiare". 

"Cronache di poveri amanti"
Romanzo pubblicato nel 1946; i suoi protagonisti sono gli abitanti di Via del Corno che esiste realmente e si trova dietro a Palazzo Vecchio. Gli abitanti sono persone povere e laboriose che cercano di sottrarsi alla minaccia del fascismo il quale, durante il romanzo, provoca diverse vittime.

"Metello"
Pubblicato nel 1955, è il primo romanzo della trilogia "una storia italiana". Tratta le vicende dell'omonimo protagonista, sin dalla tenera età, affrontando la sfera sentimentale, sia per quanto riguarda gli affetti che per quanti riguarda gli amori, l'ambito lavorativo e l'ambito politico. Metello infatti molto presto trova lavoro nel campo dell'edilizia arrivando velocemente alla posizione di primo muratore e contemporaneamente sviluppa un'identità politica che si riconosce nel socialismo.

Ginevra Alberici presenta:
"Il barone rampante" di Italo Calvino


Italo Calvino
Italo Calvino, intellettuale e scrittore italiano, è considerato uno dei narratori più influenti del Novecento. Nel 1957 pubblica "Il Barone Rampante", un romanzo ispirato dalla vera storia di un amico che decide di rifugiarsi e vivere su un albero. Si tratta di una denuncia alle imposizioni sociali e un avvicinamento al mondo della natura.

Linda Fahmy presenta:
"La Luna e i falò" di Cesare Pavese


"La luna e i falò"
"La luna e i falò" è l'ultimo romanzo di Cesare Pavese, scritto tra il 18 settembre e il 9 novembre 1949 e pubblicato nell'aprile del 1950. Il romanzo presenta elementi autobiografici dello scrittore piemontese ed è quello che conclude la sua carriera di narratore.
Nel significato del titolo "La luna e i falò" vi è il chiaro riferimento mitico al ciclo delle stagioni, che affianca tutte le vicende del destino dell'uomo. La Luna, che ha qui funzione di simbolo, serve a scandire il ritmo dell'opera e ad instaurare il rapporto tra la terra e il cielo. Il falò invece è reso dall'autore in senso metaforico con l'episodio dell'incendio che il padre di Cinto appicca al "casotto di Gaminella" distruggendolo insieme al passato, mentre un altro fa riferimento a quanto accaduto a Santa.

Serena Daniele presenta:
"Fontamara" di Ignazio Stilone


Ignazio Silone
Ignazio Silone, pseudonimo di Ignazio Tranquilli (1 maggio 1900-22 agosto 1978), fu un attivista politico. Infatti, finita la prima guerra mondiale, si trasferì a Roma ed entrò nella Gioventù socialista, opponendosi al fascismo. Si iscrisse, poi, al Partito Comunista Italiano. Fu impegnato in varie missioni all'estero e per un periodo fu costretto a vivere clandestinamente per via delle persecuzioni fasciste. 

"Fontamara"
Il contesto in cui si svolge l'intreccio narrativo è il paese immaginario di Fontamara, abitato dai cosiddetti "cafoni", dediti ai lavori più umili che non riescono ad emanciparsi dalla condizione di povertà tipica dei paesi del sud Italia. Sono soggetti alla prepotenza delle classi sociali emergenti che li ingannano approfittando della loro ignoranza.